Nella relazione di Card Italia emerge che al compimento del 65mo anno di vita le aspettative aumentano: i maschi possono raggiungere la soglia di 84,3 anni mentre le donne 87,3.
L’andamento delle aspettative di vita per i pugliesi è in linea con quello nazionale. La Puglia è la regione del Sud dove si vive più a lungo. Se alla nascita per i maschi è 80,8 anni e per le femmine 85, al compimento del 65mo anno di vita le aspettative aumentano. I maschi possono raggiungere la soglia di 84,3 anni mentre le donne 87,3. E’ uno dei dati emersi dalla relazione dal presidente della Card Italia (Confederazioni Associazioni Regionali di Distretto), Gennaro Volpe, al XVI Congresso nazionale in corso a Bari sul tema “PDTA e cure personalizzate: strategia distrettuale per la lotta alle diseguaglianze”. Attraversando l’Italia da Nord a Sud , a prescindere dal livello culturale, si perde un anno di aspettativa di vita. Si rileva, infatti una sanità a due velocità. I nuovi dati sulla mortalità senile mostrano un maggiore impatto delle condizioni socio economiche sulle diseguaglianze nella longevità rispetto al passato. “Le diseguaglianze – ha proseguito Volpe – nelle condizioni di salute e nel livello socioeconomico iniziano precocemente. Svantaggi di salute, istruzione, occupazione e reddito si rinforzano gli uni con gli altri e peggiorano nel corso della vita. Le persone delle fasce socioeconomiche inferiori presentano una maggiore richiesta di cure a lungo termine, ma i servizi domiciliari istituzionali rimangono spesso insostenibili. Per prevenire le diseguaglianze bisogna porre la salute al centro di tutte le decisioni politiche e sociali. Attuare, quindi, politiche comprensive per aiutare le persone a superare gli svantaggi che si accumulano negli anni ed esitano in cattiva salute come basso reddito e povertà: istruzione, salute e lavoro interagiscono molto tra loro”. Le buone pratiche pugliesi sono state tra le protagoniste del convegno. In particolare, si è parlato delle innovazioni apportate dalla piattaforma ‘Resettami’ realizzata dalla CLE, azienda barese di IT, nella Asl di Lecce, che ha permesso di informatizzare i processi di presa in carico del paziente per i quali ora basta un solo giorno (a fronte dei 30 giorni del passato) e di erogazione delle cure domiciliari, attivabili in 5 giorni contro i 60 del passato. Il tutto a vantaggio del cittadino che non deve più districarsi tra uffici e pratiche potendo cominciare subito le cure, e dei conti pubblici: l’introduzione di Resettami, ha consentito, infatti, all’ASL di Lecce di ridurre del 50% i costi.La piattaforma è in uso anche nelle Asl di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Lecce e Taranto oltre che in Calabria e Campania per un totale di 7 milioni di persone assistibili. Proprio la piattaforma in uso nella Asl di Taranto, peraltro, lo scorso 23 maggio ha ricevuto una menzione speciale nella categoria ‘Salute e welfare’ al premio organizzato dal Forum Pa nazionale per premiare i progetti più innovativi e in linea con gli obiettivi dell’Agenda digitale 2030, al quale hanno partecipato 258 soluzioni provenienti da tutta Italia. Si tratta del terzo riconoscimento per la piattaforma, che nelle scorse edizioni del Forum Pa ha vinto il premio ‘Innova Salute’ e ha ottenuto anche il premio ‘Best Practice’ di Confindustria.
“L’introduzione di Resettami – ha dichiarato il direttore generale dell’Asl di Lecce Ottavio Narracci – ha consentito una vasta razionalizzazione delle economie di scala grazie all’integrazione dei servizi e delle risorse umane coinvolte e una immediata disponibilità dei dati sociosanitari attraverso la rete integrata dei soggetti pubblici e privati, in grado di offrire veloci risposte al cittadino. La Asl di Lecce continuerà a investire nel miglioramento dei processi e dei servizi, consapevole che ogni individuo ha il diritto di accedere alle cure che il proprio stato di salute richiede”.